Una cosa bella

– È una cosa bella, disse C., con lo sguardo luminoso.
– Sì, è una cosa bella.
Lei intanto si asciugava gli occhi per proseguire.
– Se vuoi, continua la tua compagna, ho proposto.
– No no, ce la faccio: mancano due righe.

Così S. finì la lettura del suo tema.
Le proteste delle donne, delle ragazze, iraniane; il gesto di tagliarsi i capelli o di raccoglierli per sfida in una coda di cavallo. Alcune giovanissime, della stessa età delle mie alunne. Da pronunciare ad alta voce, in mezzo alla classe, sentendolo in modo amplificato. Una cassa di risonanza spaventosa, quasi.
Può succedere questo quando si hanno sedici anni e un compito diventa luogo di riflessione.

– È una cosa bella, disse C.
Sarà una cosa ancora più bella, quando sarai tu, o un altro ragazzo, a ritrovarti con il viso da asciugare; quando soffrirai con le tue compagne sparse per il mondo.
Stasera non siamo molto lontani…

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