Taccuino delle vacanze #6 – parte seconda

Giorno 6: giornata partigiana. 
Parte seconda: pomeriggio piovoso a cercar caduti.

La Repubblica dell’Ossola deve ancora nascere, ma in tutta la valle si resiste da tempo.
La frazione di Finero, nel territorio di Malesco, sarà teatro di alcuni fatti di sangue oggi ricordati da diversi monumenti. La giornata grigia ci accompagna a cercarli.

Finero dall’alto (agosto 2022)

Da Zornasco, frazione in cui alloggiamo, ci spostiamo a Finero, dove il 23 giugno 1944 un comando infame di nazifascisti mette fine alla vita di un gruppo di partigiani. Sono i 15 martiri della fontana di Malesco.
Senza motivo di rappresaglia 15 partigiani catturati durante un rastrellamento vengono prelevati dall’asilo di Malesco, adibito a carcere, e fucilati contro il muro del cimitero di Finero. Ben visibile lungo la strada un grande monumento ricorda tutti i caduti della guerra di Liberazione. Due cartelli invece raccontano l’eccidio e il sentiero “Teresa Binda”, madre barbaramente uccisa per avere seguito il figlio partigiano.

Finero: monumento ai caduti per la libertà (agosto 2022)

Spostando lo sguardo verso il paese, una targa sulle mura che oggi circondano il cimitero indica il luogo dell’eccidio.

Finero: cimitero (agosto 2022)

Il cancelletto sembra chiuso, ma basta spostare il chiavistello e si può entrare: sulla sinistra due lapidi, una bianca e una nera, riportano il ricordo degli eventi e i nomi di 12 partigiani (3 sono rimasti ignoti).

Non sono passati neanche quattro mesi. È la mattina del 12 ottobre 1944 e al Sasso di Finero si prepara un’imboscata: i comandanti partigiani Alfredo Di Dio e Attilio Moneta resteranno uccisi.
Passato il borgo di Finero, in direzione Cursolo-Orasso un cartello posto all’imbocco di una galleria segnala l’area monumenti caduti partigiani ottobre 1944. Lasciamo la macchina in uno slargo e proseguiamo a piedi lungo la strada, ora dismessa, che affianca la galleria. 

In lontananza compare prima la lapide bianca sul dorso della montagna; poi di fronte l’area monumentale con le lapidi, i busti dei comandanti e il cartello che ricorda gli eventi.

“E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime… Vivo, sono partigiano.
Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
(Antonio Gramsci, Scritti giovanili)

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