Taccuino delle vacanze #7

Giorno 7: sulla via del ritorno

…e anche quest’anno la vacanza volge al termine.
In valigia c’è posto per tutto: luoghi visitati, storie lette, treni presi, torte mangiate. Libri comprati e cartoline spedite, cieli azzurri e grigi, gelati e mirtilli, rumore d’acqua che scorre… e sul fondo anche un’ultima foto, dalla strada del ritorno.

Il “Giardino di Montagna” è un gruppo scultoreo di sette opere. L’artista milanese Giancarlo Sangregorio ha voluto lasciare qui questi lavori, in un luogo a lui caro.
Formatosi all’Accademia di Brera, Sangregorio rimase affascinato dalle cave dell’Ossola, dove la pietra congiunge la montagna all’arte.
Il “Giardino di Montagna” si trova a Druogno, davanti all’oratorio sconsacrato di San Giulio, lungo la strada che collega Domodossola alla Svizzera attraverso la Val Vigezzo. L’ho visto ogni volta che sono passata di qua durante la vacanza. L’ho scelto come ultimo ricordo di questa estate in Val Grande…

Taccuino delle vacanze #5

Giorno 5: improvvisando

Giornata calda, troppo calda. Urgeva una fuga verso l’alto… Ed è così che abbiamo trovato la sorgente d’acqua ferruginosa.

Scappati da Malesco intorno a mezzogiorno, abbiamo preso la strada per l’Alpe Blitz. Ci siamo fermati al rifugio La vasca per pranzare, dove il cameriere (neanche mi conoscesse) mi ha subito avvertita che non c’erano i mirtilli… Dopo pranzo camminata sul ponte di pietra per favorire la digestione e poi via verso ben altre quote.

Tutto questo naturalmente in macchina, sia chiaro. A un certo punto però la strada finiva, quindi per raggiungere il rifugio Alpe Blitz con annessa frescura non restavano che le nostre gambe. Insomma, avremo camminato 5 minuti o poco più, ma comprensivi di piccolo guado, e finalmente il rifugio apparve all’orizzonte. Della frescura però non c’era traccia, nonostante i quasi 1300 mt. di altitudine…

Rifugio Blitz, 1270 mt. (agosto 2022)

Siamo allora tornati indietro, abbiamo recuperato la macchina e cambiato meta. Sopra il rifugio La vasca c’è una sorgente d’acqua immersa nel bosco, che sebbene a un’altitudine inferiore prometteva bene. E infatti, dopo altri 10 minuti di cammino con una pendenza di tutto rispetto, abbiamo finalmente abbracciato il fresco.

La sorgente d’acqua ferruginosa di Craveggia era detta “Vasca”. Ci sono diverse cartoline d’epoca che la raffigurano con le donne che se ne servivano.

Cartolina sorgente ferruginosa alla Vasca (1955, viaggiata)

Al ritorno, con temperature più gestibili, mi sono riconciliata con Craveggia e i suoi camini. C’ero stata pochi giorni prima, ma il borgo mi aveva lasciata un po’ delusa… Ora so che Craveggia va vista dall’alto, partendo dai camini per cui è famosa e scendendo piano verso il resto dell’abitato.

Tra i comignoli di pietra si distingue una piccola torre campanaria: è la cappella di San Bernardino, custodita, insieme ai suoi affreschi, da un angelo di ceramica…

Questa giornata senza progetti mi è sembrata una delle più belle dell’intera vacanza…