Matrioska

Kobayashi, Matrioska Invaders.

Kobayashi, Matrioska Invaders.

Da bambina ho sempre desiderato la matrioska. Quando con mamma e papà andavamo a casa di amici di famiglia e c’era la matrioska, io li invidiavo tanto. Ho provato a chiederla qualke volta la matrioska ai miei genitori, era così bella… allegra e misteriosa allo stesso tempo: con quel sorriso imperscrutabile e il suo colore rosso vivo.  Loro però non ne volevano sapere ed io non capivo bene perché… All’inizio pensavo fosse una strana presa di posizione nei confronti di quell’oggetto esotico. Poi mi sono risolta, come al solito, a supporre che fosse troppo costosa, una roba solo per ricchi. Allora decisi che da grande l’avrei comprata, a qualunque prezzo.

Oggi sono grande ed ho due matrioska e nessuna delle due è rossa come le solite matrioske dei ricchi. Una, la prima ad avermi raggiunta dalla lontana Praga – la città magica, la città d’oro, quella di Kafka e Jan Neruda – è azzurra e l’ha scelta una ragazza praghese. L’altra, più piccola, è blu e arriva da San Pietroburgo, altra città letteraria che mi attira da sempre. Sono gli unici due soprammobili che ho accolto in casa mia. Chissà se di notte si animano  come credevo da bambina…